
Inktober – Giorno 1: Fish
Giuseppe Sunseri (un’intro osé)
Elio Marracci
Chiara Lecito
Per me Fish non è una parola inglese che vuol dire pesce, ma il cognome di uno dei miei guru televisivi adolescenziali e tardo adolescenziali. Voglio dire, Ally McBeal cercava il Vero Amore, e Richard Fish viveva una vita degna di essere vissuta, con tanto di marchi di fabbrica (i Fishism), ovvero massime atte a guidare il discepolo (che poi il discepolo sarebbe sempre Richard, che è anche il maestro, ed è una cosa fighissima) sulla retta via. Ecco i miei preferiti:
Aiutare le persone e fare il proprio interesse è senza dubbio la cosa migliore.
Non è la sostanza che conta, ma la forma.
Pietra sopra.
Che poi Ally McBeal, lo dico subito, per me si conclude con la terza serie: ho visto parte della quarta e mi è preso male, e alla quinta neanche mi ci sono avvicinata, ma come dice Richard, c’è il tasto avanti-veloce per bypassare le parti brutte, e io aggiungo che è meglio premere lo stop prima che le cose comincino a marcire e che il cattivo si pappi il buono.
Comunque, pietra sopra.
Valentina Bertolini
Il libro del mare di Morten A. Strokenes (Iperborea Edizioni)
Perché mettere Moby Dick era un po’ scontato, ma questo ci assomiglia ed è anche più leggibile.
Cristian Borghini
Il New Prog è sortonei primi anni ’80, i Marillon sono tra i maggiori esponenti del genere e il loro cantante dal 1981 al 1987 si chiama Fish; Script for Ajester’s tear, secondo il mio mio negoziante di riferimento, è il loro album migliore. I Marillon l’apice della loro popolarità nel 1985 con Misplaced childhood, che contiene Kayleigh, il loro più grande successo commerciale. Fish ha avuto anche una buona carriera da solista.
Diana Buchignani
Francesca Maggi
